Mountain View sperimenta una rete neurale composta da migliaia di microprocessori, in grado di formare le proprie conoscenze esplorando la Rete. In tre giorni...storie correlate
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Si chiama 'Safe Browsing' il servizio impiegato da Chrome così come da Firefox e Safari per allertare gli utenti circa la potenziale pericolosità di un sito web. Google ha appena festeggiato i primi cinque anni dalla nascita di questo strumento, utile per evitare che gli utenti possano imbattersi in siti web malevoli. Niels Provos, uno dei responsabili del team di Google che si occupa di sicurezza, spiega che 'Safe Browsing' ha subìto, nel corso degli anni, numerosi aggiornamenti con l'obiettivo di adattare il servizio alle sempre più evolute tattiche adottate da chi sviluppa malware. 'Abbiamo costruito un'infrastruttura capace di rilevare automaticamente i contenuti pericolosi distribuiti dai quattro angoli del pianeta', ha affermato Provos.








Ha fatto immediatamente il giro del mondo la notizia di un possibile trafugamento di ben 6,5 milioni di password relativi ad altrettanti account LinkedIn. Il popolarissimo social network oggi impiegato per costruire reti di contatti di tipo professionale potrebbe essere stato oggetto di un'aggressione informatica che, al momento, non viene né confermata né smentita. Con un intervento pubblicato su Twitter, il team di sviluppo di LinkedIn ha confermato di essere al lavoro per svolgere tutte le indagini sull'accaduto e, soprattutto, per stabilire le cause dell'incidente. 'Non siamo ancora di confermare la presenza di alcuna falla di sicurezza nei nostri sistemi', hanno aggiunto i tecnici del social network.
Questa volta è Google che, su tutte le furie, si scaglia contro Microsoft e Nokia presentando una denuncia dinanzi all'antitrust europea. Il colosso di Mountain View punta il dito contro le due società accusandole di essersi accordate per gonfiare i costi dei dispositivi mobili, con un comportamento che andrebbe a danno, in primis, dei consumatori. Microsoft e Nokia, poi, sempre secondo la tesi di Google, avrebbero fatto leva sui brevetti per tagliare le gambe ad Android nell'intento di ostacolarne la crescita.